17 febbraio 2021

Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri

I temi del XXXVIII Seminario di Perfezionamento

L'Italia chiude il 2020 con il segno più

Il 29 gennaio si è concluso il XXXVIII Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, durante il quale sono stati presentati i dati principali dell’analisi di mercato realizzata dall’Ufficio Studi AIE in collaborazione con Nielsen.

Il 2020, anno di inizio della pandemia, ha visto l’editoria italiana posizionarsi come la quarta editoria in Europa e la prima industria culturale in Italia, ottenendo una delle migliori performance a livello europeo. L’editoria di varia (libri di narrativa e saggistica e per bambini e ragazzi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione, ebook e audiolibri) è cresciuta del 2,4% raggiungendo gli 1,54 miliardi di euro a prezzo di copertina. Questi risultati sono stati possibili “grazie all’impegno degli editori - che nei mesi più difficili hanno continuato a investire -, dei librai, del Governo e del Parlamento che hanno varato un vasto piano di aiuti e scelto di considerare per la prima volta il libro bene essenziale, permettendo così di tenere aperte le librerie durante i lockdown”, ha dichiarato il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) e vice presidente della Federazione degli editori europei (FEP) Ricardo Franco Levi, intervenuto in un incontro moderato da Giovanna Zucconi e a cui ha partecipato anche Paolo Ambrosini, presidente dell’ALI (Associazione Librai Italiani).

Accanto ai tanti numeri positivi che hanno permesso di chiudere il 2020 con il segno più, si è registrata anche una crescita dell’online. Tuttavia, i canali fisici hanno recuperato terreno rispetto all’online nel corso dell’anno, passando dal 52% di aprile al 57% (valori in percentuale) di fine dicembre. In sofferenza le librerie di catena, soprattutto quelle che si trovano nei centri turistici delle città d’arte, all’interno dei centri commerciali, stazioni ferroviarie e aeroporti.

Il dato positivo italiano (+0,3%, valore in milioni di euro e in percentuale) esclusi e-book e audiolibri, è superiore a quello di Francia e Germania, che calano rispettivamente del -2% e del -2,3% e poco inferiore a quello spagnolo (+1%). Regno Unito (+5,5%), Olanda (+7%) e Finlandia (+2%) grazie alla concentrazione dei consumi culturali sul libro e alla crescita impetuosa dell’e-commerce fanno meglio dell’Italia, mentre crolla il Portogallo (-19%).

Dopo le tavole rotonde di “La libreria come bene essenziale: scenari e prospettive per il futuro.” moderata da Alberto Ottieri (Messaggerie Italiane) e a cui hanno partecipato Michael Busch (Thalia), James Daunt (Waterstones e Barnes & Noble), Alberto Rivolta (Gruppo Feltrinelli), Ewa Szmidt-Belcarz (Empik Group) e “Solido come una roccia. Il libro nella pandemia.” moderata da Porter Anderson (Publishing Perspectives) con Jesús Badenes (Grupo Planeta), Siv Bublitz (S. Fischer Verlag), Stefano Mauri (Messaggerie Italiane e GeMS), Arnaud Nourry (Hachette Livre), è emerso un quadro più chiaro su quali saranno le nuove sfide del futuro e i diversi approcci per affrontarle.

“In un momento così difficile legato alla pandemia dobbiamo sostenere ancora di più il ruolo della lettura nello sviluppo di una società civile, innanzitutto perché molte innovazioni hanno, negli ultimi decenni, tolto tempo alla lettura, la pandemia ne ha restituito a tutti una certa quantità. Ci sono prove che il lettore ha letto molto di più. Ne usciremo tutti leggermente più sapienti”, lo ha affermato Achille Mauri, presidente della Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri. Nonostante la pandemia, i presupposti positivi per una rinascita nel nuovo anno ci sono tutti.