La pandemia di COVID-19 ha costretto i bambini in Europa e nel mondo a rimanere per lungo tempo chiusi in casa, creando un forte impatto sulle loro vite culturali e sociali.
A causa della pandemia, i bambini hanno vissuto la scuola, le attività sociali e ricreative e il tempo libero in modalità “mediata”, e cioè attraverso lo schermo di dispositivi.
Nasce per questa ragione KiDiCoTi, uno studio promosso da JRC e alcuni gruppi di ricerca europei selezionati per analizzare “la vita digitale dei bambini ai tempi del COVID-19", valutando nuove tendenze, comportamenti e rischi.
La ricerca è partita da una survey proposta a un campione di bambini e ragazzi dai 9 ai 16 anni e ai loro genitori in 25 stati, incentrata sui rischi dell’online (situazioni di rischio, fattori e variabili intervenienti, consapevolezza dei rischi) e accompagnata da una ricca analisi sulle modalità di accesso al web, gli approcci, le attività svolte dai ragazzi, le competenze acquisibili e molto altro.
Nel momento in cui internet diviene mediatore di cultura e socialità, diventa indispensabile - per gli stessi ragazzi, ma anche per genitori e insegnanti - conoscerne potenzialità, opportunità e rischi, affinché ogni esperienza digitale possa essere vissuta in sicurezza e in pieno benessere.
Tale consapevolezza, però, non è sempre presente: lo studio mostra infatti come un terzo dei giovani partecipanti (circa il 36%) riferisca che l’affermazione “conosco il web meglio dei miei genitori” sia “molto accurata” (il 31% ha risposto “abbastanza accurata” e il 33% “non accurata”).
Dati interessanti e preziosi, che ci dicono come muoverci in un’epoca in cui la pervasività del digitale è ormai quasi totale, non solo per gli adulti, ma anche e soprattutto per i più giovani.