Sarà presentato proprio in questi giorni, in occasione di Pordenonelegge, il nuovo Vocabolario Treccani che, come hanno annunciato i direttori dell’opera, Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, per la prima volta in 36 anni abbandona il lessico “vocabolariese” e abbraccia un uso più naturale dell’italiano.
Tante le novità di questa edizione, a partire dalla sua divisione in tre volumi: oltre al Dizionario dell’italiano Treccani, la Storia dell’italiano per immagini, che accosta elementi testuali e visuali, e il Dizionario storico-etimologico, interesse storico di Treccani.
Come anticipato, le innovazioni non si fermano qui: lo stile utilizzato è meno artefatto e la comprensione dei lemmi più agile. Inoltre, sono stati aggiornati gli esempi riportati: non più frasi desuete, ma citazioni reali tratte da libri, giornali, blog e persino da commenti verificati in rete. Una vera rivoluzione, insomma, che ha previsto anche la rimozione dei “cortocircuiti lessicografici”, per cui la spiegazione di un vocabolo non era autosufficiente, come in questa versione, ma era inserita in una rete di rimandi tra parole, che era necessario percorrere in toto per comprendere fino in fondo.
Ancora: sono state ridotte le abbreviazioni e le marche d’uso, che spesso in passato sono state arbitrarie, e allo stesso tempo è aumentato lo spazio dedicato alla grammatica, così da poter inserire utili note, volte alla risoluzione dei più comuni quesiti grammaticali.
Tantissimi inoltre i neologismi introdotti, ormai entrati nell’uso comune, che testimoniano il tempo in cui viviamo: tra gli altri, COVID-19, DAD, distanziamento sociale, lockdown, reddito di cittadinanza, rider, smart working, transfobia.
Infine, ma non per importanza, l’eliminazione degli stereotipi di genere, in particolare legati alle professioni, storicamente attribuite a un sesso o all’altro: inserite quindi parole come “avvocata”, “sindaca”, “ministra”, “medica”, “soldata”, “casalingo”.
L’inclusività e la parità di genere, inoltre, sono state garantite anche dalla scelta di non presentare le voci con la predilezione di un genere sull’altro ma in ordine alfabetico: la tradizionale voce “gatto” d’ora in poi sarà resa come “gatta, gatto”; la storica voce “uomini”, per indicare indistintamente gli esseri umani, lascerà invece spazio al più neutro “persona”.
Quelle che l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana ha compiuto in questo Vocabolario sono scelte importanti, vere e proprie prese di posizione nei confronti del cambiamento. Non resta che aspettare l’arrivo di ottobre per la sua pubblicazione ufficiale.