L’opera di Franz Kafka ha avuto un innegabile impatto sulla letteratura europea e mondiale del Novecento, tanto da dar vita a un neologismo d’uso tuttora, usato per descrivere situazioni grottesche e surreali: kafkiano.
Esponente di punta della corrente esistenzialista, Franz Kafka affronta tematiche comuni, ma lo fa scandagliando le profondità dell’essenza umana, con approccio psicanalitico e dando sempre spazio a due elementi ricorrenti nella sua opera, cioè il lato oscuro dell’ambiente familiare e la vessazione burocratica a cui è sottoposto l’individuo moderno.
Ne La Metamorfosi, probabilmente il più noto racconto di Kafka (1915), il protagonista Gregor Samsa si ritrova una mattina nei panni di uno scarafaggio. Tutta l’assurdità della narrazione serve a delineare una metafora ben chiara, quella dell’uomo moderno: tra alienazione, oppressione e incapacità di reagire, l’uomo finisce per slegarsi da ogni tipo di relazione, richiudendosi in un isolamento deleterio che molto racconta dell’autore.
Kafka, infatti, fu spesso vittima della complessità della sua stessa psiche, ritrovandosi a non saper intessere una vera relazione sentimentale (nonostante ebbe diverse compagne) e a vivere in maniera negativa il rapporto con il proprio corpo finendo - con grande vergogna - per frequentare assiduamente bordelli e prostitute. L’autoanalisi di Kafka nei suoi scritti privati è spietata e rivela un profondo senso di colpa che lo accompagnerà sino alla fine, forse dovuto al travagliato rapporto col padre di fronte al quale si sentiva inetto e inadeguato.
Ben diverso il ritratto disegnato da chi lo conobbe. Il biografo Max Brod, ad esempio, ne parla come di un parlatore generoso e incantevole, seppur tormentato. Dora Diamant, sua ultima amante, lo ricorda mentre consola una bambina che ha perso la sua bambola attraverso una corrispondenza durata almeno tre settimane, in cui Franz si finge proprio la bambola e racconta dei propri viaggi e delle proprie avventure.
Per usare le parole di Max Brod, Kafka fu un «gigante [che] si muoveva tra di noi come un nano», avvolto in un alone di mistero, dalla mente intricata e dalla voce potente, il cui lascito è un’interpretazione del Novecento unica e preziosa, ancora oggi.