Il tema dell’accessibilità dei contenuti culturali riscuote interesse crescente in tutto il mondo; a porre attenzione sull'argomento è Bill Kasdorf, consulente di tecnologia editoriale e autore del Publishers Weekly, che nel suo articolo racconta dell’aumentato interesse nei riguardi dell’accessibilità dei libri digitali e dei siti web che ospitano contenuti da leggere.
Nel 2022 un’ottica inclusiva è imprescindibile: il mercato (anche e soprattutto quello culturale) si aspetta, sempre di più, che gli editori ragionino secondo un approccio di massima accessibilità dei contenuti. Kasdorf riassume tale approccio con la visione articolata per la prima volta da Betsy Beaumon, CEO di Benetech (un'importante organizzazione no profit che è un importante promotore e abilitatore dell'accessibilità): “tutto ciò che nasce digitale dovrebbe nascere accessibile”.
Secondo tale visione, gli editori dovrebbero prevedere - ove possibile - pubblicazioni accessibili; questo non riguarda semplicemente il singolo “prodotto finito”, ma anche i sistemi utilizzati per creare, diffondere e fruire di tali prodotti.
A supporto del movimento accessibile, Benetech ha dato vita al programma Global Certified Accessible (GCA), una certificazione acquisibile da qualsiasi editore ne facesse richiesta, a seguito di una serie di audit utili a valutare l’accessibilità dei suoi e-book (in formato EPUB). L’iter comporta sia un'analisi approfondita, che una consulenza con l'editore per aiutarlo a correggere eventuali carenze. Solo quando i suoi libri superano l'esame, l'editore si qualifica per la certificazione.
Negli Stati Uniti in particolare, dopo che i grandi editori si sono dimostrati interessati alla tematica, tanti altri (anche di medie e piccole dimensioni) ne hanno seguito le orme: l’accessibilità è diventata un fattore competitivo.