Il 14 marzo 1972, in circostanze mai del tutto chiarite, è rinvenuto il corpo senza vita dell’editore Giangiacomo Feltrinelli a Segrate, nei pressi di un traliccio dell’alta tensione da un contadino di nome Luigi Stringhetti.
Nato in una famiglia aristocratica e convintamente schierato a sinistra, Feltrinelli esordisce in editoria nel 1948 quando partecipa al progetto relativo alla costruzione di una biblioteca che ha lo scopo di raccogliere materiale inerente alla storia del movimento operaio. L’anno successivo entra a far parte della COLIP, la Cooperativa del Libro Popolare e, qualche anno più tardi, inaugura il catalogo della casa editrice che porta il suo nome e che da lì a breve farà parlare di sé soprattutto grazie a due titoli: Il dottor Zivago di Boris Pasternak e Il Gattopardo del siciliano Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Feltrinelli diventa presto uno degli editori più importanti del panorama editoriale italiano, non solo per la lungimiranza con la quale pubblica autori del calibro di Doris Lessing, Henry Miller e Gabriel Garcia Marquez, ma anche grazie alle sue librerie, che rivoluzionano per sempre il modo di vendere e acquistare libri portando i volumi in mezzo ai clienti, che potevano così toccarli, guardarli da vicino, sfogliarli e conoscerli. Oggi, il Gruppo Feltrinelli è tra i quattro principali gruppi editoriali italiani.
A 50 anni dalla sua morte, ricordiamo un editore che ha lavorato per rendere la cultura più democratica, battendosi per riscrivere il significato della parola “intellettuale” e per fare del libro un bene popolare e accessibile a tutti.
Per approfondire la storia di Giangiacomo Feltrinelli vi invitiamo a leggere questo articolo.