14 ottobre 2021

Cosa rende tale un buon adattamento cinematografico?

Da libro a film: la ricetta per un adattamento perfetto

L’incipit non può che essere una domanda: ma esiste davvero l’adattamento perfetto da libro a film?

Il fatto che esistano opinioni contrastanti sui fattori che contribuiscono a rendere un adattamento cinematografico soddisfacente, ci fa capire che - forse - una risposta univoca non esiste.

Secondo alcuni, un buon adattamento deve tradire il libro: sostiene questa posizione chi considera il film - anche se tratto da un racconto scritto - come un’entità autonoma, che vive di vita propria. Il film è autonomo, usa le parole in maniera differente e punta a rappresentare - oltre alla storia - le reazioni visive dei personaggi, mentre il libro ne cattura e condivide i processi mentali.

Per altri, il rapporto tra i due mezzi è gerarchico: il cinema si è rivolto alla letteratura per portare su schermo il suo immenso giacimento di racconti e ogni trasposizione è sempre e comunque figlia della storia impressa su carta.

Questo significa che, al di là delle perdite e aggiunte che sono parte integrante del processo di trasposizione, l’adattamento deve rimanere fedele all’originale.

Dopo decenni di trasposizioni, però, possiamo dire che nessuno nell’olimpo del cinema mondiale ha ancora reperito la ricetta dell’adattamento ideale. Letteratura di scarsa qualità può trasformarsi in un prodotto di grande valore su schermo, mentre pagine meravigliose possono dar vita a pellicole assolutamente insostenibili.

Le variabili sono troppe: i tempi e il contesto sociale e storico in cui la trasposizione si inserisce, i gusti degli spettatori o anche solo la scelta del cast.

A conti fatti, forse solo l’autore può decretare se la versione “su schermo” sia all’altezza o no del proprio romanzo, ma è poi il pubblico a dare il giudizio finale attraverso il proprio apprezzamento.