Le qualità che definiscono un libro cult sono spesso intangibili, ma - secondo noi - hanno strettamente a che fare con il periodo storico in cui si collocano e, soprattutto, con la devozione appassionata che ispirano nei lettori.
Eppure, un libro che acquisisce lo status di “cult”, non necessariamente lo manterrà per sempre: un titolo che invecchia male, infatti, farà presto a perdere il suo posto nell’olimpo delle letture emblematiche, trasformandosi solo in un “brutto ricordo” della letteratura.
Una storia che non è capace di parlare alla generazione corrente, ad esempio tenendo conto di tematiche etiche e sociali, ma al contrario ostentando qualunque tipo di chiusura e/o discriminazione, potrebbe facilmente precipitare nel baratro dei titoli invecchiati male.
Razzismo, misoginia, omofobia, transfobia: tutte tematiche che, ad oggi, sono mal sopportate e considerate inaccettabili da una fetta di pubblico sempre più consistente. Tali tematiche hanno portato anche autori un tempo amatissimi a subire aspre critiche e a perdere ampie porzioni del proprio seguito.
Anche l’eccessiva politicizzazione di un titolo può contribuire all’alienazione del lettore, che difficilmente (specie se non ha vissuto un determinato periodo politico e appartiene a una nuova generazione) potrà comprenderne appieno le dinamiche e il background.
Mai dare per scontato, quindi, che un libro un tempo illustre non possa finire nel dimenticatoio o, ancora peggio, essere bollato negativamente dando luogo a un ritorno di fiamma, sì, ma non esattamente nella maniera sperata.