Il 25 giugno si celebra un compleanno importante, ricorrenza della nascita di una delle penne più note del panorama letterario mondiale: Eric Arthur Blair alias George Orwell.
Nato nel 1903 in India da genitori anglo-indiani, Orwell è uno dei pilastri del Novecento letterario, il cui successo fu consacrato a suo tempo da opere come “1984” e “La fattoria degli animali”.
La sua opera trova una collocazione d’interesse all’interno del tema dell’impegno politico, posizionandosi nel perimetro del socialismo libertario. La sua è una penna fortemente propagandistica, che scrive - con fatica e a volte contraddizione - della dimensione dei sottoproletari, degli operai, dei minatori, dei vagabondi. Utilizzando le sue parole, ogni riga delle sue opere “dal 1936 è stata scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo e a favore del Socialismo democratico”.
Uno strumento di denuncia, ma anche un riflettore sulle storie e sulle vite degli ultimi, indispensabile affinché le voci dei vinti non ricadano nell’oblio. E sebbene questo sforzo non sempre si traduca in opportunità e rivalsa, rimane una testimonianza, una fotografia parlante in grado di sbugiardare il potere e di smascherarne i segreti.
George Orwell fu, per alcuni, un vero e proprio profeta. Intingendo la penna nel calamaio della lotta, con profondo spirito critico, fu capace di imprimere il cinico ritratto del sistema, ritratto che ancora oggi si rivela spaventosamente attuale.