Le donne pubblicano, in percentuale, più libri rispetto agli uomini: lo conferma Joel Waldfogel, dell’Università del Minnesota, in un articolo per il National Bureau of Economic Research.
Se la storia dell’editoria degli ultimi 70 anni ha visto le donne essere autrici di appena il 18% dei libri pubblicati, il presente ha cambiato le carte in tavola. Oggi oltre il 50% dei titoli sono scritti da donne, un dato importantissimo non solo per il settore, ma per l’intera società.
Le conseguenze positive di questo cambio di passo si riflettono sul benessere sociale. I libri scritti da autrici, infatti, hanno garantito un ampliamento delle prospettive offerte e delle visioni presentate lungo le diverse narrazioni. Di conseguenza, maggiori aree di pubblico si sono avvicinate alla parola scritta e hanno visto aumentare la loro curiosità, il loro interesse e la loro rappresentanza.
Parallelamente, non sono diminuiti i libri scritti dagli uomini: il volume delle opere non è rimasto invariato, anzi, è aumentato. Gli scrittori non sono stati quindi sostituiti dalle scrittrici, ma entrambe le produzioni sono aumentate in proporzione, garantendo grande vivacità al settore editoriale.
Certo, si tratta di dati che bisognerà continuare ad analizzare e studiare: nel suo studio, infatti, Waldfogel ha evidenziato la paternità delle opere basandosi sul nome di autori e autrici che però, in alcuni casi, può trarre in inganno. Non sono infatti infrequenti casi di nomi propri portati da entrambi i sessi.
A ogni modo, quella che secondo Waldfogel si è pienamente affermata nel 2020 risulta essere una vera e propria rivoluzione, un cambiamento fondamentale a favore di una maggiore parità e inclusività.